Protezione di un ponteggio dalle scariche atmosferiche
Rif. CEI 64-17
Preliminarmente si dovrà verificare se la struttura risulta autoprotetta o meno.
Praticamente è necessaria la relazione di un professionista abilitato che terrà conto dei seguenti aspetti:
- delle dimensioni del ponteggio
- del Comune in cui si trova il ponteggio, di modo da poter determinare il numero di fulmini all’anno e al kilometro quadrato
- del tipo di suolo circostante, di modo da poter determinare la resistività
- della posizione (ad esempio se è ubicato in cima ad una collina).
Nel caso in cui il ponteggio non risulti autoprotetto occorre predisporre l'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche che sarà composto:
- da due o più calate, è consigliabile averne una almeno ogni 20-25 m;
- da un dispersore in corrispondenza di ogni calata; può essere un picchetto di 2,5 m o un conduttore orizzontale di 5 m interrato; il collegamento alla calata può essere in corda di rame di 50 mmq o in tondo zincato di diametro 10 mm.
L’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche dovrà essere realizzato da un'impresa installatrice qualificata ai sensi del D.M. 37/2008, che dovrà produrre la dichiarazione di conformità dell'impianto eseguito.
Il sistema di protezione contro i fulmini, se realizzato, deve essere denunciato dal datore di lavoro (impresa edile), ai sensi del DPR 462/01, all’Asl/Arpa e all’Ispesl mediante invio di copia della dichiarazione di conformità rilasciata dall’impresa installatrice con il relativo modulo di accompagnamento (il modulo è variabile da zona a zona per l’Asl/Arpa; al modulo dell’Ispesl va allegata la ricevuta del versamento di 30 €). La realizzazione di un impianto di protezione contro le scariche atmosferiche, comporta:
- la denuncia all’Asl/Arpa e all’Ispesl
- la verifica a campione dell’Ispesl
- la verifica biennale da parte dell’Asl/Arpa, oppure di un organismo abilitato.