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Diritto Amministrativo

Definizione di Diritto Amministrativo

Allo Stato sono attribuite tre funzioni:

  • legislativa - creare, modificare ed abrogare le norme su sui si fonda l'ordinamento giuridico
  • giursdizionale - tutelare e conservare l'odrinamento giuridico, verificandone il rispetto
  • esecutiva/amministrativa - realizzare concretamente gli interessi pubblici

Della funzione amministrativa sono titolari:

  • lo Stato-amministrazione
  • gli Enti pubblici

indicati sinteticamente come Pubblica Amministrazione

Sono disponibili due definizioni complementari della Pubblica Amministrazione:

  • soggettiva - pone l'accento sul soggetto che può essere:
    • una persona giuridica pubblica
    • un organo, anche privato, preposto alla cura degli interessi di un soggetto pubblico
  • oggettiva - pone l'acccento sull'attività della Pubblica Amministrazione, che è:
    • regolata da norme giuridiche
    • volta all'interesse pubblico

Il Diritto Amministrativo è la branca del Diritto Pubblico che disciplina:

  • l'organizzazione della Pubblica Amministrazione
  • l'attività di carattere autoritario nei confronti dei soggetti destinatari dell'azione della P.A.

Fonti del Diritto

Sono fonti del diritto italiano:

  1. la Costituzione
  2. le fonti primarie:
    • Leggi ordinarie dello Stato
    • Decreti Legislativi
    • Decreti Legge
    • Leggi Regionali
  3. le fonti secondarie:
    • regolamenti
    • ordinanze
    • circolari

In generale le fonti sono ordinate gerarchicamente, quindi una fonte di livello inferiore non può derogare o contrastare con una legge di livello superiore (ad esempio: una legge non può essere in contrasto con la Costituzione). In generale quindi una fonte secondaria non può modificare aspetti dell'ordinamento ordinati da atti legislativi ordinari, a meno che una legge ordinaria non abbia delegificato in materia autorizzando su una certa materia il potere esecutivo ad emanare norme che abbiano la stessa forza delle leggi.

Regolamenti

Un regolamento è:

  • un atto amministrativo - emanato quindi da una P.A.
  • avente forza normativa - innova l'ordinamento giuridico con caratteri di generalità e astrattezza. Fondamento della potestà regolamentare è la legge che attribuisce questo potere

Il sesto comma dell'art. 117 della Costituzione recita: La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.

Potestà regolamentare degli Enti Locali

L'art. 117 della Costituzione ha riconosciuto la potestà regolamentare degli Enti Locali in merito a:

  • organizzazione
  • svolgimento delle funzioni attribute

La potestà regolamentare degli Enti Locali può quindi esercitarsi su tutta la loro attività, come riconsciuta dalla Costutizione e dalle Leggi.

I regolamenti degli enti locali si configurano come atti formalmente amministrativi e sostanzialmente normativi.

I regolamenti devono rispettare le fonti di livello superiore (Costituzione, leggi, regolamenti statali o regionali) tra le quali si annovera anche lo Statuto dell'Ente stesso.

Impugnabilità

In quanto atti amministrativi, i regolamenti sono impugnabili di fronte al T.A.R. In virtù della loro generalità ed astrattezza, usualmente i regolamenti non ledono direttamente la sfera giuridica di un soggetto. In tale condizione non è possibile impugnare il regolamento di per sé, ma sarà necessario impugnare prima di tutto l'atto emanato dalla P.A. in esecuzione del regolamento e quindi il regolamento stesso (invalidità derivata).

In quanto fonte del diritto generale ed astratta, l'annullamento di un regolamento ha effetto erga omnes, e quindi non solo sul soggetto che effettivamente lo ha impugnato.

Ordinanze

Ordinanze: atti che impongono obblighi o divieti.

Le ordinanze non sempre sono fonti del diritto. Per esserlo deveono avere carattere normativo, creando statuizioni prescrittive generali ed astratte.

Possono essere:

  • ordinanze previste dalla legge per casi ordinari
  • ordinanze previste dalla legge per casi eccezionali di particolare gravità
  • ordinanze di necessità o libere, per gestire situazioni di urgente necessità; la legge in tal caso attribuisce il potere ma non disciplina concretamente tale tipologia di ordinanze.

Le ordinanze possono avere una doppia natura:

  1. atto amministrativo - in generale un'ordinanza disciplina situazioni concrete e particolari
  2. atto normativo - in casi particolari (ordinanze di necessità o urgenza) un'ordinanza può contenere prescrizioni temporanee in grado di mutare l'ordinamento giuridico.

Impugnabilità

Salva l'ipotesi di carenza di potere, le ordinanze sono impugnabili presso il Giudice Amministrativo.

Norme interne alla P.A.

Sono norme che disciplinanon il funzionamento degli uffici e le modalità di svolgimento delle attività della P.A. Non sono fonti del diritto, ma la loro violazione: può dar luogo ad un eccesso di potere; può comportare responsabilità per il funzionario.

Possono essere emanate tramite: regolamenti; ordini, istruzioni, circolari.

Le posizioni oggettive nel Diritto Amministrativo

Posizioni soggettive: diritti e doveri di cui un soggetto è titolare.

Sono posizioni soggettive:

  • il diritto soggettivo: posizione giuridica di vantaggio in cui l'ordinamento giuridico riconosce utilità in ordine ad un bene in modo pieno, immediato ed autonomo (ad esempio la proprietà di un bene)
  • interesse leggittimo: posizione giuridica inautonoma poiché correlata all'esercizio del potere amministrativo

La distinzione tra le due è importante perché nel caso di violazione di un diritto soggettivo è competente il Giudice Ordinario (tranne casi particolari previsti esplicitamente per legge), nel caso di violazione di un interesse leggittimo il Giudice Amministrativo. Sono possibili diverse chiavi di lettura per distinguere un diritto soggettivo da un interesse leggittimo:

  • in base alla natura della norma
    • norme giuridiche di relazione, regolano i rapporti tra P.A. e cittadini; la loro violazione comporta la lesione di un diritto soggettivo
    • norme di azione, regolano l'esercizio delle funzioni della P.A.; la loro violazione comporta la violazione di un interesse leggittimo
  • in base alla natura dell'attività esercitata
    • atto vincolato - contro cui si vanta un diritto soggettivo
    • atto discrezionale - contro cui si vanta un interesse leggittimo
  • in base alla distinzione tra carenza o cattivo esercizio del potere
    • la carenza di potere implica la lesione di un diritto soggettivo
    • il cattivo esercizio implica la lesione di un interesse leggittimo

I diritti soggettivi sono sempre risarcibili. Gli interessi leggittimi sono riscarcibili se l'attività illeggittima della P.A. comporta la lesione dell'interesse al bene della vita al quale l'interesse leggittimo si collega.

Altri interessi

  • Interessi semplici - Sono gli interessi del cittadino correlati ad uno svolgimento dell'attività della P.A. rispettoso dei criteri di opportunità e convenienza
  • Interessi di fatto - Ad esempio il diritto all'illuminazione delle strade. Non sono risconosciuto dall'ordinamento
  • Interessi collettivi - Fanno capo ad una collettività di individui. Possono essere
    • diffusi - sono comuni a tutti gli individui di una formazione sociale
    • collettivi - Fanno capo a portatori di interessi diffusi autonomamente individuabili (ordini professionali, associazioni di categoria, etc). I portatori di interessi diffusi possono adire alle vie legali per violazione di interessi collettivi.

Attribuzione delle funzioni amministrative

L'art. 118 comma 1 della Costituzione recita: Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.

I tre principi sulla base dei quali procedere all'attribuzione delle funzioni amministrative sono quindi:

  • Sussidiarietà significa che le attività amministrative devono essere svolte in via ordinaria dall’entità territoriale amministrativa più vicina ai cittadini, mentre i livelli amministrativi territoriali superiori intervengono solo come sussidio (dal latino subsidium, aiuto) qualora il cittadino o l’entità sottostante siano impossibilitati ad agire per conto proprio.
  • Differenziazione significa che la distribuzione delle funzioni non deve necessariamente avvenire in modo uniforme fra enti territoriali dello stesso livello. Nell'attribuzione delle funzioni occorre quindi tener conto delle dimensioni e delle diverse caratteristiche (associative, demografiche, territoriali e strutturali) degli enti riceventi.
  • adeguatezza implica che l’attribuzione delle funzioni avvenga nel modo più adeguato per il loro svolgimento. Si presuppone quindi che l’ente cui sono affidate le funzioni, da solo o in associazione con altri enti, abbia a disposizione un’organizzazione idonea a garantirne il loro effettivo esercizio. Nel caso questo non avvenga le funzioni devono essere affidate all'ente gerarchicamente superiore.

Patologie dell'atto amministrativo

Nullità

L'aspetto è disciplinato dall'art. 21-septies della legge 241/90.

È nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge.

Assenza degli elementi essenziali

Gli elementi essenziali non sono definiti espressamente tuttavia la dottrina ha individuato:

  • la causa: è nullo il provvedimento adottato per causa illecita o impossibile, per fini didattici o per gioco (ioci o docendi causa)
  • il soggetto o l`oggetto: l'atto è nullo nel caso in cui non sia individuabile il soggetto passivo dell'atto o l'oggetto materiale su cui l’atto dovrebbe incidere
  • la volontà: l'atto è nullo se il funzionario è stato costretto con violenza
  • la forma: è nullo l'atto che non rispetti la forma prevista dalla dalla legge, qualora richiesta

Difetto assoluto di attribuzione

L'atto viene adottato in assenza di una norma attributiva del potere o in presenza di incompetenza assoluta.

Violazione/Elusione del giudicato

Il riferimento è l'art. 114 comma 4 del c.p.a.

In caso di accoglimento del ricorso per ottemperanza sono dichiarati nulli gli eventuali atti adottati in violazione o elusione del giudicato.

Annullabilità

L'aspetto è normato dall'art. 29 del c.p.a.

È annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza. Può essere annullato d'ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole, comunque non superiore a diciotto mesi (Direttiva17/10/2005 Min. Funzione Pubblica principio comunitario proporzionalità)-

È fatta salva la possibilità di convalida del provvedimento annullabile, sussistendone le ragioni di interesse pubblico ed entro un termine ragionevole. Rimangono ferme le responsabilità connesse all'adozione e al mancato annullamento del provvedimento illegittimo.


diritto/diritto_amministrativo.txt · Ultima modifica: 2021/06/13 13:08 (modifica esterna)

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